A NAPOLI, NEL CANTO DEI POETI
Napoli suscita in Berlioz un immediato entusiasmo. Il sole, le rovine di Pompei, che risvegliano nella sua mente i versi delle tragedie di Euripide e Sofocle, le grotte di Posillipo, la spedizione fino a Nisida, osservando il sole discendere dietro al capo Miseno, come immortalato dall’autore dell’Eneide, lo riempiono di nuove energie.
Della città partenopea Berlioz conserverà anche il piacevole ricordo della visita al Teatro San Carlo, a proposito della quale scrive: «Per la prima volta dal mio arrivo in Italia, ho sentito della musica». Questo è uno dei pochi giudizi positivi del compositore in ambito musicale, sconcertato dalle cattive orchestre italiane; la delusione si accrescerà ancor più durante il viaggio di ritorno in patria, quando, sostando a Milano, assisterà all’Elisir d’Amore di Donizetti e osserverà con disprezzo l’atteggiamento del pubblico durante la rappresentazione, così come l’azione dei cantanti sul palco, che «gesticolavano e spolmonavano a più non posso» (Hector Berlioz, Viaggio musicale in Italia, traduzione e introduzione di Graziella Martina, Edizioni Fbe - Le caravelle).
Pur dipingendo un quadro sconsolante del panorama musicale in Italia e pur avendo vissuto in modo tormentato tutto il periodo del soggiorno, Berlioz rimarrà tuttavia per sempre soggiogato dal ricordo del Belpaese, dalle mille contraddizioni ma dal profondo fascino.