LE PEREGRINAZIONI DI UN’ANTICONFORMISTA
di Michele Broccoletti
Flora Célestine Thérèse Henriette Tristán Moscoso, meglio conosciuta come Flora Tristán, o anche come Donna Florita, nasce a Parigi il 7 aprile 1803.
La sua figura, in Italia, è relativamente conosciuta, a differenza della fama che possiede in Perù e soprattutto in Francia, dove il suo nome è spesso associato a centri d’accoglienza per donne vittime di violenze.
È invece frequente trovare il nome di Flora Tristán associato, ed a volte anche oscurato, a quello del nipote, nonché pittore ed artista, Paul Gauguin.
In verità dobbiamo ricordare che Flora Tristán splende anche di luce propria, in quanto è stata un’importante anticonformista, convinta che fosse possibile cambiare il mondo e la società, ed eliminare le piaghe della violenza, dell’ingiustizia e della sofferenza.
Ma quali sono le sue origini?
Il padre, Mariano Tristán y Moscoso, colonnello dell’esercito spagnolo e ricco signore discendente da una famiglia spagnola del Perù, conosce a Bilbao la madre di Flora, Anne-Pierre Laisnay, emigrata in Spagna per sfuggire al terrore della Rivoluzione Francese.
Sembra che i due siano stati sposati da un sacerdote francese, l’abate de Roncelin, anch’esso esiliato in Spagna, ma probabilmente, le pratiche necessarie per il matrimonio non vengono espletate a pieno dinnanzi le autorità competenti: è per questo motivo che, quando i due tornano in Francia, rappresentano una coppia di fatto, anche se la loro unione è priva di validità legale.
Nonostante questo, la vita di Flora inizia nel lusso: la bambina cresce tra domestici ed ospiti illustri, come Simon Bolìvar, ma un brusco cambiamento avviene nel 1807, quando Flora non aveva ancora compiuto i cinque anni di età. È precisamente il 14 Giugno del 1807, giorno in cui don Mariano è colpito da un attacco apoplettico fulminante: da questo momento in poi, iniziano le difficoltà e la vita di Flora sarà tutta in salita.
A causa del matrimonio mai regolarizzato, la madre risulta una concubina senza nessun diritto di eredità, mentre Flora è una figlia illegittima: tutti i beni di don Mariano, entrano a far parte del patrimonio dei suoi parenti in Perù.
Madre e figlia iniziano un lungo vagabondaggio, fatto di stenti economici accresciuti anche dalle campagne napoleoniche che riducono il popolo francese alla fame.
Arriviamo al 1819, quando, all’età di 16 anni, Flora è costretta a cercare lavoro e si presenta come colorista nella bottega d’incisione del pittore e litografo André Chazal.
Quest’ultimo si innamora presto di Flora e, non potendo averla come amante a causa della resistenza della ragazza, la chiede in sposa alla madre, la quale acconsente.
Siamo nel 1821, anno in cui si celebrano le nozze ed anno in cui si rompono i rapporti tra madre e figlia: Flora non la perdonerà mai per averla obbligata a sposare un uomo che non amava e non stimava.
Dall’unione con André Chazal, Flora ha tre figli, due maschi (Alexander e Ernest-Camille) ed una femmina (Aline), ma con il matrimonio inizia per Flora una lunga serie di sofferenze: il marito, oltre ad essere un forte bevitore e giocatore d’azzardo, maltratta continuamente la moglie, la umilia e la picchia; ha per lei qualche attenzione, solamente nei momenti che precedono le relazioni carnali ma, come se non bastasse, versando in precarie condizioni finanziarie, André Chazal vorrebbe costringere la moglie a prostituirsi. T
Tutto ciò spinge ben presto Flora ad abbandonare il tetto coniugale, gesto che le costerà l’etichetta di paria, respinta e disprezzata da tutti, costretta a vivere ai margini della società.
All’età di 22 anni quindi, Flora abbandona la propria casa e, fino al 1930, portandosi dietro i tre figli, cerca di sfuggire sia al marito, sia alla giustizia francese, che le vieta il divorzio.
Furono anni difficili, pieni di stenti, di difficoltà e di dolore: due dei suoi figli muoiono e l’unica superstite, Aline, in seguito madre di Paul Gauguin, riesce a sopravvivere grazie all’aiuto ed al sostegno di generose balie di campagna.
Successivamente Flora approda a Londra, probabilmente come domestica e non come dama di compagnia (come lei afferma), al seguito di una ricca famiglia inglese.
Fino al 1830, Flora presta servizio presso nobili famiglie ed in questa condizione subalterna, ha l’occasione di compiere viaggi in Inghilterra, Svizzera ed Italia.
È invece a Parigi che Flora conosce, in modo casuale, Zaccaria Chabrié, capitano di nave che la convince e la incoraggia a prendere contatto con i parenti di suo padre defunto.
Flora riesce a stabilire una relazione epistolare con lo zio, don Pio Tristán, ed il 7 Aprile del 1833 (giorno del suo trentesimo compleanno), si imbarca a Bordeaux sul piroscafo Mexicain, per raggiungere in Perù la famiglia paterna, a cui ha fatto credere di essere nubile ed orfana.
Durante il soggiorno presso la famiglia paterna, Flora vive una situazione paradossale e contraddittoria, in quanto da una parte si vede ricoperta di attenzioni nel seno di una famiglia ricca e potente, mentre dall’altra le viene negata l’eredità del padre.
Essendo quindi svanita la speranza di vedere riconosciuti i diritti sull’eredità paterna, Flora, dopo un soggiorno in Perù di circa un anno (due mesi li trascorre a Lima e gli altri dieci ad Arequipa), decide di imbarcarsi per tornare di nuovo in Europa.
È il 1835 quando Flora rientra a Parigi e ritrova antiche problematiche, soprattutto legate alla storia con il marito. La legge francese continua a proibire il divorzio ed André Chazal minaccia Flora, rivendicando i diritti della sua autorità materiale.
Le minacce e le persecuzioni crescono in continuazione, fino a culminare in un tentativo di assassinio, avvenuto nel settembre del 1838. Solo l’anno successivo Flora può liberarsi dell’ossessione del marito. Infatti, proprio per il tentativo di assassinio, Chazal viene processato e, all’inizio del 1839, è condannato a venti anni di lavori forzati.
Ma facciamo un passo indietro. Cerchiamo di spiegare l’importanza e l’influenza che i vari viaggi e soggiorni hanno avuto nella mentalità di Flora Tristán.
La conoscenza di nuove culture e nuovi scenari di vita smuove qualcosa nello spirito di Flora, la quale, da ogni sua esperienza, trarrà conclusioni che spesso si materializzano e si concretizzano in romanzi, diari, racconti ed indagini sociali.
Dal viaggio in Perù ad esempio, nascono le Pérégrinations d’une Paria (1837) che si presenta come un reportage del suo viaggio della speranza, attraverso l’Atlantico e il Perù.
In quest’opera Flora descrive le miniere, le guerre civili, i monasteri, la misera vita degli indigeni, oltre che la profonda ingiustizia che vessava gran parte della popolazione peruviana. L’opera offre uno spaccato della vita pubblica e privata della società peruviana del XIX secolo.
La narrazione, brillante e scorrevole, si sofferma su alcune sfumature della mentalità e dell’indole tradizionale peruviana, che rendono difficile il progresso e la modernità.
Anche dai vari soggiorni che Flora fece in Inghilterra, e soprattutto a Londra, nasce un libro: Promenades dans Londres (1840). Flora, quando arriva in Inghilterra, si improvvisa giornalista e come un inviato speciale, osserva tutto, nobiltà e miseria, frequenta bettole, topaie e bordelli annotando puntigliosamente ambienti e sensazioni; travestendosi da ambasciatore turco, riesce addirittura ad entrare nel parlamento inglese, da sempre vietato alle donne. Flora, tra l’altro, denuncia in quest’opera, il traffico dei bambini, la grande miseria ed il problema della prostituzione.
Un’ altra sua opera importante è rappresentata dall’Union Ouvrière (1843), la quale, oltre ad essere un’opera scritta, è un vero e proprio progetto sociale, ideato ed iniziato da Flora.
Le sue fissazioni sono la povertà, lo sfruttamento in genere, ed in particolare delle donne: “Rivendico i diritti delle donne, perché sono convinta che tutte le sofferenze del mondo derivino dalla mancanza del rispetto e dal disprezzo dei diritti naturali ed imprescindibili dell’essere femminile”.
È proprio nell’ambito del progetto dell’Unione Operaia, che Flora inizia a viaggiare per tutta la Francia e, frequentando le taverne dove si ritrovano gli operai, cerca di convincerli a riunirsi in un’associazione che possa permettere loro di sfuggire allo sfruttamento ed alla sottomissione.
Decisa quindi a procedere personalmente alla diffusione del suo progetto di Unione Operaia, Flora parte nella primavera del 1844, per fare tappa presso le principali città industriali francesi.
Nel giro di pochi mesi Flora visita Parigi, Bordeaux, Lione, Roanne, Saint-Etienne, Avignone, Marsiglia, Tolone, Montpellier, Tolosa e Agen. Proprio mentre è in viaggio, viene colpita da una misteriosa “congestione cerebrale” (probabilmente una febbre tifoide): muore il 14 novembre 1844, a Bordeaux, all’età di soli 41 anni.
Lascia la figlia Aline, che due anni dopo sposerà un giovane giornalista, Clovis Gauguin, dal quale avrà il figlio Paul.
Gli operai, stimolati dalle sue battaglie sociali, le faranno erigere un monumento nel cimitero di Bordeaux.
È questo il ritratto di Flora Tristán, una donna che è stata pioniera dell’emancipazione femminile, dotata di un grande senso della dignità personale e della giustizia, connotata da un forte temperamento, quasi virile, che la porterà a combattere in nome dell’umanità femminile e di tutti e sottomessi.
Il suo senso del dovere era forse esasperato: doveva e voleva riuscire in tutto a tutti i costi, anche se magari peccava di mancanza di organizzazione e si perdeva nei particolari, possiamo definirla come una masochista, aiutata dal guizzo della genialità.
Nel bene e nel male, Donna Florita, nelle qualità e nel temperamento è un esempio per tutti, uomini e donne.